Zanzare: sono fra noi

Tutto quello che avresti sempre voluto sapere sulle zanzare e che non hai mai osato chiedere

Quante sono le zanzare? Che differenza c’è tra zanzara tigre e zanzara comune? Perché pungono sempre le caviglie? Dove vanno a finire d’inverno? Ma, soprattutto, quella che combattiamo ogni estate è una guerra che possiamo vincere?

A queste e ad altre domande cercheremo di dare risposta in questo articolo, nel quale spiegheremo come vivono, come si nutrono e come si riproducono le diverse tipologie di zanzare presenti in Italia. Perché, parafrasando Sun Tzu ne “L’arte della guerra”, se conosci il tuo nemico lo puoi sconfiggere.

Prima regola: se le conosci, le previeni!

Quando pensiamo alle zanzare pensiamo subito al fastidioso ronzio che ci tiene svegli nel buio della nostra camera da letto e all’ancor più irritante prurito derivato dalle loro punture.

Ma se chiediamo a chi le zanzare le conosce veramente, possiamo scoprire tanti piccoli dettagli che ci permetteranno di comprendere meglio il loro comportamento e, se proprio rimarrà impossibile fare il tifo per questi piccoli insetti molesti, perlomeno potremmo sfruttarne la conoscenza per prevenire o addirittura eliminare il problema dalle nostre vite e dai nostri giardini una volta per tutte.

Un’orda di 65 miliardi di miliardi di zanzare si potrà mai battere?

Se pensate che quello del titolo sia un numero impressionante, sappiate che il peggio deve ancora venire.

Ma, prima di fare una stima della quantità di zanzare in circolazione, iniziamo dai lati positivi.

 

Perché non ci sono zanzare d’inverno?

Innanzitutto, le zanzare sono un problema solo per pochi mesi all’anno. D’inverno, infatti, cadono in una sorta di letargo detto diapausa.
Tale stato, che può durare anche fino a sei mesi permettendo loro di superare la stagione fredda, consiste in un arresto spontaneo dello sviluppo dell’organismo che le rende, di fatto, inattive, tanto che, in questo periodo, non si muovono e non si alimentano.

 

Perché le zanzare succhiano il sangue?

Un altro lato positivo delle zanzare è che hanno un ciclo di vita relativamente breve. Nascono, crescono e muoiono in poche settimane.
Inoltre, non tutte le zanzare provocano il fastidioso effetto prurito. La zanzara maschio, infatti, non punge, in quanto si nutre esclusivamente di sostanze vegetali. Rimane pur sempre fastidioso il ronzio prodotto dallo sbattere velocissimo delle sue ali.

A doverci preoccupare maggiormente, però, è soprattutto la zanzara femmina, che, oltre al ronzio, è responsabile anche delle tanto odiate punture, con relativo effetto irritante per la pelle.

Questi esemplari sono, infatti, dotati di un apposito apparato boccale, che agisce come l’ago di una siringa ipodermica. Una volta superato l’ostacolo della nostra pelle, questa sorta di “micro-proboscide” si insinua alla ricerca di un capillare dal quale succhiare il sangue, vero e proprio nutrimento della zanzara femmina e della sua prole.

Il sangue umano, infatti, viene utilizzato nel processo riproduttivo delle zanzare, perché ricco di proteine e ideale al corretto sviluppo delle uova.

È dunque questo il momento in cui l’esercito delle zanzare inizia a crescere in misura esponenziale. Basti pensare che una sola zanzara può arrivare a produrre fino a 300 uova alla volta e che è in grado di riprodursi nuovamente a distanza di soli 10 giorni. Le zanzare così nate sono già “fertili” e pronte a riprodursi a loro volta.

Ciò significa che nei 3 mesi estivi si saranno generate oltre 65 miliardi di miliardi di altri individui. Già, miliardi di miliardi. E tutti generati da un’unica zanzara originale.

Il peggio, come detto a inizio paragrafo, deve ancora venire, ed è facilmente intuibile: di zanzare originali, pronte a innescare le generazioni successive, non ne esiste solo una. Ciò non fa che moltiplicare la cifra ulteriormente e a dismisura.

La domanda del titolo, dunque, è legittima: un tale esercito di zanzare si può battere? La risposta, purtroppo, è un inesorabile “no”.

Ma, a questo punto, possiamo tornare a parlare di lati positivi, perché di sistemi per tamponare o eliminare il problema, almeno in modo circoscritto, come vedremo, ne esistono diversi, e nascono tutti da una più approfondita conoscenza della zanzara e dei suoi punti deboli.

Cosa attrae le zanzare? Piccolo spoiler: non è l’odore del sangue

Comprendere cosa attrae le zanzare può essere un buon punto d’inizio per mettere in campo le giuste contromisure. Se non fosse che non è ancora del tutto chiaro quali siano tutti gli elementi che una zanzara considera “appetibili” in una persona piuttosto che in un’altra.

Ciò che si sa, è che le zanzare utilizzano stimoli di tre tipi:

  • Visivi
  • Termici
  • Olfattivi

Questi ultimi, rilasciati dal corpo come sottoprodotti del metabolismo e rilevati nel respiro umano, sembrano essere i più importanti nella scelta della “preda”. In particolare, anidride carbonica e acido lattico sono due elementi che attraggono maggiormente le zanzare.

L’anidride carbonica, liberata dal respiro o dalla pelle, viene rilevata dalle zanzare addirittura a una distanza di 36 metri. In prossimità del corpo da pungere, invece, si aggiungono altri fattori, come la temperatura e l’umidità della pelle.

Uno dei motivi per cui le zanzare prediligono alcune parti del corpo umano (ad esempio, testa e piedi) piuttosto che altre è proprio la temperatura cutanea locale, oltre che la posizione dei vasi sanguigni.

Queste rappresentano caratteristiche comuni a tutte le tipologie di zanzare, ma scavando più in profondità nel loro comportamento, si scopre che ogni specie ha abitudini e caratteristiche diverse. Importante diventa, quindi, sapere anche quante e quali specie di zanzare esistono in Italia e dove amano stanziarsi.

Zanzara di campagna, zanzara di città: caratteristiche delle tre principali specie italiane

Sono circa 70 le specie diverse di zanzare presenti sul territorio italiano e ciascuna di queste ha caratteristiche e abitudini proprie. A differenziarle, il colore, il luogo di proliferazione, il periodo della giornata di attività e la più o meno marcata stanzialità.

Considerate tante variabili, diventa necessario, quindi, capire il tipo di zanzara con cui si ha a che fare, prima di prendere le necessarie e specifiche contromisure. Di seguito, indichiamo le tre specie più fastidiose e diffuse a confronto.

 

La zanzara comune

Culex pipiens, questo il nome scientifico della zanzara con cui abbiamo sempre convissuto in Italia.

Di colore marroncino chiaro, predilige l’alba e il tramonto per pungere, tanto che, molto facilmente, sentirete il suo fastidioso ronzio in camera da letto.

È infatti una specie che si sposta poco ed è molto diffusa in città, dove piccoli ristagni d’acqua, detti micro-focolai, le permettono di riprodursi.

 

La zanzara di risaia

Una zanzara che viene da lontano è, invece, l’Ochlerotatus caspius. In grado di volare anche per 20 km, infesta ampie aree e fa le sue apparizioni soprattutto nelle ore serali, sparendo però in tarda serata.

Marrone, lievemente striata, è l’incubo di chi vive vicino a grandi zone umide, habitat ideali per riprodursi e per tenersi ben nascosta nella vegetazione durante il giorno.

Insomma, se abitate in campagna, è probabile che abbiate a che fare con una zanzara di risaia.

 

La zanzara tigre

Ne avete sicuramente sentito parlare come di una delle specie più aggressive e, infatti, Aedes albopictus, questo il suo vero nome, ha tutte le carte in regola per meritare la sua fama.

Il suo colore nero, intervallato da strisce bianche, le dà un aspetto minaccioso, mentre l’insistenza con cui punge (soprattutto caviglie e polpacci, in quanto vola bassa, quasi rasoterra) e le reazioni cutanee allergiche che produce nell’uomo sono le sue caratteristiche più fastidiose.

Di positivo c’è che è una specie che non ama gli spazi chiusi (difficilmente si introduce all’interno delle abitazioni) e che vola poco (massimo 200 metri), caratteristiche, queste, che permettono di circoscrivere, in alcuni casi, l’area infestata.

Dal suo arrivo in Italia, la sensibilità al problema zanzare da parte della popolazione è aumentata, soprattutto nelle città, dove la presenza di piccoli ristagni, come tombini e sottovasi, risulta perfetta per la sua proliferazione, e in particolar modo in parchi e giardini, dove erba alta, siepi e arbusti e ambienti più freschi e ombreggiati le permettono di trovare rifugio.

Conoscere, prevenire, eliminare: il caso della zanzara tigre

Come detto, conoscere il proprio nemico diventa fondamentale per mettere in atto le dovute contromisure. Prendiamo, a titolo d’esempio la zanzara tigre e vediamo come le informazioni che abbiamo possono aiutarci, non solo a eliminare il problema, ma soprattutto a prevenirlo.

Oltre a ciò che già sappiamo dal capitolo precedente, si può aggiungere che questa zanzara è un nemico non solo fastidioso e particolarmente aggressivo nei confronti dell’uomo, ma anche pericoloso, in quanto può essere vettore di gravi virus tropicali, come la Dengue (o febbre “rompiossa”) e la Chikungunya.

Ma se questa informazione non ci aiuta nella prevenzione, ma solo nel sensibilizzarci al pericolo, il fatto che la zanzara tigre viva nel raggio di pochi metri dal luogo di deposizione delle uova ci offre, invece, un’arma inaspettata.

La limitata tendenza all’emigrazione da una zona all’altra, infatti, facilita il compito di eliminare del tutto il problema dal proprio giardino o dalla propria terrazza. Nel momento in cui si riesce a bonificare tutta la superficie interessata dalla presenza della zanzara tigre, infatti, ci sarà una scarsa possibilità che una nuova colonia rinfoltisca le proprie file nello stesso luogo.

Diciamo scarsa, perché esiste sempre la possibilità, seppur limitata, che un forte vento possa trasportare esemplari di un’altra colonia anche a chilometri di distanza, finendo per portarli là dove è stata già effettuata con successo una bonifica. Questa teoria è confermata da un’altra informazione utile riguardante la zanzara tigre: la sua diffusione avviene a macchia di leopardo.

La colonizzazione, infatti, inizia in una zona, espandendosi poco per volta, ma rimanendo circoscritta a poche decine di metri, fino al momento in cui alcuni esemplari vengono trasportati lontano, dove, deponendo le uova, creano un’altra “macchia”.

Come utilizzare le informazioni in nostro possesso per liberarci dalle zanzare

Una buona strategia, non solo per la zanzara tigre, ma per tutte quelle zanzare cittadine che amano una vita più sedentaria e vivono nei pressi dei ristagni d’acqua dove depongono le uova, si basa sostanzialmente su tre fattori:

  • Prevenzione anti-larvale: eliminare ogni più piccolo micro-focolaio d’acqua superfluo dal proprio giardino o terrazzo è il primo passo per controllare l’infestazione, in alternativa si può procedere somministrando regolarmente pastiglie effervescenti di anti-larvale, disponibili in formulati biologici estremamente specifici e sicuri per l’uomo e per gli animali domestici.
  • Barriera verso l’esterno: un ulteriore elemento protettivo dalle zanzare si può effettuare attivando interventi adulticidi mirati, in grado di creare una vera e propria barriera verso l’esterno.
  • Impianti anti-zanzare DAZ System: l’installazione di impianti a nebulizzazione automatica aiuta a interrompere il ciclo di vita di questi insetti. È possibile effettuare trattamenti ad azione abbattente ottenendo ottimi risultati. Programmando la centralina per ripetere la nebulizzazione due volte al giorno per 1 solo minuto alla volta, si può facilmente tornare a vivere il proprio giardino senza immettere grossi quantitativi di prodotto abbattente nell’area di vita. Ciò che conta, infatti, è la costanza di una nebulizzazione regolare giornaliera, perché di prodotto ne basta 1/100 rispetto a quello utilizzato da un classico disinfestatore.

DAZ System: dite pure addio al problema zanzare!

A questo punto, non vi resta che scoprire il tipo di zanzara con cui avete a che fare e prendere le dovute contromisure.

Potete farlo contattando DAZ System e chiedendo una consulenza professionale, che vi aiuterà a tornare a godere del vostro giardino, del vostro terrazzo, della vostra piscina e di tutti quegli ambienti esterni che sono diventati impossibili da vivere a causa della presenza del più fastidioso degli insetti.

DAZ System: problema risolto!

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